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giovedì 13 ottobre 2011

Digressioni di campanile...

rosso Schioppettino!
Prepotto. Meno di 1000 abitanti (il censimento non porterà novità sui numeri!). Praticamente in Slovenia se non fosse per un fiume, lo Judrio che separa la vecchia Yugo dall'Italia.
Ma si parla sloveno???? Raramente, sporadici casi di abitanti che hanno o avevano qualche nonna o mamma slovena di origine o adozione. Lo sloveno è insegnato a scuola, magari troppo poco per essere imparato, ma è pur sempre meglio che niente.
Non so quanti comuni in Italia siano come Prepotto, molti sicuramente, ma è bello far parte di qualcosa che sa di antico e ancora autentico....c'è il negozietto di Walter, il baretto di Ester, la Trattoria di Mario, la Posta, la banca, la farmacia di Adriana. Si esaurisce tutto in queste realtà, ma tanto basta agli abitanti che comunque continuano a restare aggrappati alle loro colline, al fiume, alle stradine tortuose, alle case sparse distanti Km l'una dall'altra, alle vigne e alle cantine....
Si perchè Prepotto, oltre che essere un minuscolo borghetto dove accanto ad una Chiesa parrocchiale convivono dissemiate tra i boschi almeno altre 10 chiesette, rappresenta e testimonia la cultura del vino in modo davvero unico. E' terra di vino, uno in particolare, lo Schioppettino, recentemente ribattezzato di Prepotto e identificato come una "sottozona" DOC all'interno dei Colli Orientali del Friuli, che badate bene non è vocabolo dispregiativo!!!.
E' terra di vignaioli orgogliosi e testardi a volte, che un po' per tradizione un po' per distrazione, producevano Schioppettino e Cabernet, o forse più Cabernet che Schioppettino.
Ma le cose cambiano e tira aria di autoctono ormai da molti decenni. Lo so perchè mi capita di essere, oltre che vignaiola d'adozione, anche membro attivo dell'Associazione che è nata nel 2002 per tutelare il vitigno e che da allora ha portato lo Schioppettino ad essere uno dei vini rossi friulani più chiacchierati degli ultimi anni.
Ne hanno parlato le guide, ne parlano alcuni blogger internazionali, se ne incuriosiscono i ristoratori d'oltralpe, soprattutto austriaci invero, ma....le grandi imprese hanno bisogno di grandi uomini e lo Schioppettino oltre che essere un vino di Prepotto è un progetto di uomini, uno di quelli che si pensano a lungo ma che sicuramente faranno scorrere fiumi di inchiostro in futuro (e speriamo anche di Euro aggiungo!).
Ad oggi sono poche le realtà che possono fare massa critica quanto a bottiglie prodotte e il numero complessivo è molto piccolo, ma...nella botte piccola ci sta il vino buono e.....beh, mai proverbio fu più azzeccato. Piccola produzione e di nicchia per un vino che ha la stoffa e il carattere per essere un grande! E a dimostrarlo ci sono le vecchie annate, non solo le parole....
E' così che dobbiamo pensare quando ci accostiamo allo Schioppettino di Prepotto. Come a qualcosa di unico ed impareggiabile, un rosso di classe, fine ed elegante, sensuale come il corpo di una donna e allo stesso tempo verticale, diretto, schietto. No, non solo sterile campanilismo, ma vere valutazioni enologiche di produttori ed esperti, ottime recensioni su testate di respiro nazionale e internazionale, e soprattutto apprezzamento del consumatore che viene e ritorna sicuro di trovare esattamente ciò che cercava.
Si, perchè a Prepotto lo Schioppettino non è moda, è vino e non cambia se non per migliorare.
I vignaioli di Prepotto hanno unito le proprie energie per definire nuove e valide strategie, non solo per aumentare la produzione (primo passo per poter avere un briciolo di visibilità), ma soprattutto per far conoscere e apprezzare un vino che fino a qualche anno fa era sconosciuto e che ha classe da vendere!
Ignoto e mito in effetti convivono nello Schioppettino. Molti ne parlano, qualcuno se lo ricorda, pochi l'hanno assaggiato, altri non sanno nemmeno pronunciarlo. Non solo gli stranieri che poco masticano il dittongo "Sch", ma anche gli Italiani.
Oddio non che si conoscano l'Ormeasco, il Donnas o il Controguerra per esempio, ma lo Schioppettino non brilla di certo per popolarità....e allora che fare?
La comunicazione fa la differenza, questo si sono detti i produttori. Noi conosciamo le grandi potenzialità di questo vino e del suo territorio che ha anche vocazione turistica, sta a noi divulgarlo e far capire che dello sconosciuto non sempre si deve aver paura, anzi è proprio là dove le cose non si conoscono ancora, che si riscoprono piccoli, grandi tesori.

Il colore? Rosso Schioppettino, what else?

Cheers.

giovedì 6 ottobre 2011

6 ottobre 2011 - storia

Forse sembra assurdo, ma anche per una come me che vive lontano dalla frenesia tecnologica, oggi è un giorno di riflessione.
Questa mattina dopo aver accompagnato mia figlia a scuola e dopo il mio consueto caffè al bar per i piacevoli piccoli gossip di rito fra amiche, accendo il computer e mi collego a Internet. La home page è ancora quella di sempre. Apple non l'ho mai cambiata da quando circa un paio d'anni fa ho acquistato il mio primo Mac. Diverte in fondo guardarsi le ultime news da Cupertino....
Un'immagine, Steve Jobs, 1955-2011.
C'era da aspettarselo che anche alla fine questo genio visionario avrebbe usato la potenza e la semplicità della sua stessa comunicazione per dire addio al mondo!
E così trascorro un'abbondante mezz'ora a scovare notizie, lo vedo ancora giovanotto alle prese con i prototipi, leggo le sue innumerevoli frasi celebri...qui che poi solo ora diventeranno veramente celebri, come sempre accade con i grandi della storia.
Si, perchè certo i sui più accaniti seguaci sanno tutto di Apple, di Macintosh, della filosofia del "think different", ma noi profani, noi che ci siamo convertiti alla mela solo in tempi recenti come potevamo intuire tanta genialità? Noi che solo con l'avvento dell'I-pod e dell'I-pad abbiamo iniziato a gustare la multimedialità con l'acquolina in bocca.
Resta il fatto: un uomo che da molto combatteva contro il male oscuro non ce l'ha fatta, come tanti altri ahimè.
E come sempre accade in questi casi ti interroghi sul perchè il volere divino, se mai esiste, ha voluto prendere l'ennesimo uomo che nel fiore degli anni ancora tanto poteva e sicuramente voleva fare.
Forse lui con la sua filosofia del "vivi come se fosse l'ultimo giorno" e del "stay hungry, stay foolish!" aveva già scoperto l'elisir della felicità.
Io no e ancora mi interrogo su quando accadrà e sul perchè prima sia invece tutto così tragicamente ineluttabile e inaccettabile.
Anche le filosofie orientali, mi dicono i saggi, predicano l'oggi come l'unica verità. Passato e presente non esistono e tutto si fonda sull'adesso. Caspita se è vero.....!
Quando sei invischiato nelle faccende di tutti i giorni te lo dimentichi sempre. Non pensi così, piuttosto ti riesce facile il "se avessi fatto così", "se tu fossi diverso", "aspetto tempi migliori"....e un'infinita processione di scuse che ti allontanano dall'essere VERO, originalmente autentico e te stesso.
S.J. con 7 anni di cancro alle spalle la sapeva lunga sul carpe diem questo è poco ma sicuro. Cogliere l'attimo, l'essenza delle cose che sfugge a chi non ha occhi per guardare lontano, credo sia ciò che accomuna tutti coloro che nella vita si sono dovuti confrontare con se stessi o con grandi emozioni o tragedie.
Chi come me finora ha goduto di una vita in serenità, forse non si rende ancora conto che ci sei, adesso, il futuro non esiste è solo una costruzione della nostra mente e prende forma solo con le azioni che adesso decidiamo di fare.
Ok, non ci serve la morte di S.J., né di nessun altro lontano mille miglia, per capire tutto questo. Ma oggi tutti siamo un po' scioccati dalla notizia, il mondo intero si è posto le stesse domande e si è dato le dovute risposte.
Ci sono stati altri grandi della Terra, forse di grandezze più nobili della sua, motivati non dall'ambizione e dalla smania di successo, ma dalla tolleranza e dall'amore verso il prossimo. Ma chi siamo per decidere cos'è grande in senso assoluto? Grande è colui che con il suo contributo porta ad una svolta, positiva o negativa lo decidiamo noi, dopo.
E dunque grande lui e, non lo dimentico, grandi anche coloro che hanno creduto in lui e che gli hanno permesso di arrivare dov'è arrivato. Un team, un grande team che oggi piange colui che da leader ha saputo accompagnarli in cima alla piramide.

Mi sono svegliata stamattina e, ancor prima di tutto questo, ricordavo me da piccola in braccio a una grande signora d'altri tempi. Il 6 ottobre 1907 nasceva Gisella, era mia nonna. Una grande donna che ogni mattina mi preparava il tè con i biscotti e poi mi dava una mela da portare a scuola....

Due cose così lontane l'una dall'altra, ma oggi è successo questo e per due ragioni diverse mi ritrovo a pensare, solo per un po'....prima di riprendere la mia vita di tutti i giorni.

Cheers.