Pagine

giovedì 13 ottobre 2011

Digressioni di campanile...

rosso Schioppettino!
Prepotto. Meno di 1000 abitanti (il censimento non porterà novità sui numeri!). Praticamente in Slovenia se non fosse per un fiume, lo Judrio che separa la vecchia Yugo dall'Italia.
Ma si parla sloveno???? Raramente, sporadici casi di abitanti che hanno o avevano qualche nonna o mamma slovena di origine o adozione. Lo sloveno è insegnato a scuola, magari troppo poco per essere imparato, ma è pur sempre meglio che niente.
Non so quanti comuni in Italia siano come Prepotto, molti sicuramente, ma è bello far parte di qualcosa che sa di antico e ancora autentico....c'è il negozietto di Walter, il baretto di Ester, la Trattoria di Mario, la Posta, la banca, la farmacia di Adriana. Si esaurisce tutto in queste realtà, ma tanto basta agli abitanti che comunque continuano a restare aggrappati alle loro colline, al fiume, alle stradine tortuose, alle case sparse distanti Km l'una dall'altra, alle vigne e alle cantine....
Si perchè Prepotto, oltre che essere un minuscolo borghetto dove accanto ad una Chiesa parrocchiale convivono dissemiate tra i boschi almeno altre 10 chiesette, rappresenta e testimonia la cultura del vino in modo davvero unico. E' terra di vino, uno in particolare, lo Schioppettino, recentemente ribattezzato di Prepotto e identificato come una "sottozona" DOC all'interno dei Colli Orientali del Friuli, che badate bene non è vocabolo dispregiativo!!!.
E' terra di vignaioli orgogliosi e testardi a volte, che un po' per tradizione un po' per distrazione, producevano Schioppettino e Cabernet, o forse più Cabernet che Schioppettino.
Ma le cose cambiano e tira aria di autoctono ormai da molti decenni. Lo so perchè mi capita di essere, oltre che vignaiola d'adozione, anche membro attivo dell'Associazione che è nata nel 2002 per tutelare il vitigno e che da allora ha portato lo Schioppettino ad essere uno dei vini rossi friulani più chiacchierati degli ultimi anni.
Ne hanno parlato le guide, ne parlano alcuni blogger internazionali, se ne incuriosiscono i ristoratori d'oltralpe, soprattutto austriaci invero, ma....le grandi imprese hanno bisogno di grandi uomini e lo Schioppettino oltre che essere un vino di Prepotto è un progetto di uomini, uno di quelli che si pensano a lungo ma che sicuramente faranno scorrere fiumi di inchiostro in futuro (e speriamo anche di Euro aggiungo!).
Ad oggi sono poche le realtà che possono fare massa critica quanto a bottiglie prodotte e il numero complessivo è molto piccolo, ma...nella botte piccola ci sta il vino buono e.....beh, mai proverbio fu più azzeccato. Piccola produzione e di nicchia per un vino che ha la stoffa e il carattere per essere un grande! E a dimostrarlo ci sono le vecchie annate, non solo le parole....
E' così che dobbiamo pensare quando ci accostiamo allo Schioppettino di Prepotto. Come a qualcosa di unico ed impareggiabile, un rosso di classe, fine ed elegante, sensuale come il corpo di una donna e allo stesso tempo verticale, diretto, schietto. No, non solo sterile campanilismo, ma vere valutazioni enologiche di produttori ed esperti, ottime recensioni su testate di respiro nazionale e internazionale, e soprattutto apprezzamento del consumatore che viene e ritorna sicuro di trovare esattamente ciò che cercava.
Si, perchè a Prepotto lo Schioppettino non è moda, è vino e non cambia se non per migliorare.
I vignaioli di Prepotto hanno unito le proprie energie per definire nuove e valide strategie, non solo per aumentare la produzione (primo passo per poter avere un briciolo di visibilità), ma soprattutto per far conoscere e apprezzare un vino che fino a qualche anno fa era sconosciuto e che ha classe da vendere!
Ignoto e mito in effetti convivono nello Schioppettino. Molti ne parlano, qualcuno se lo ricorda, pochi l'hanno assaggiato, altri non sanno nemmeno pronunciarlo. Non solo gli stranieri che poco masticano il dittongo "Sch", ma anche gli Italiani.
Oddio non che si conoscano l'Ormeasco, il Donnas o il Controguerra per esempio, ma lo Schioppettino non brilla di certo per popolarità....e allora che fare?
La comunicazione fa la differenza, questo si sono detti i produttori. Noi conosciamo le grandi potenzialità di questo vino e del suo territorio che ha anche vocazione turistica, sta a noi divulgarlo e far capire che dello sconosciuto non sempre si deve aver paura, anzi è proprio là dove le cose non si conoscono ancora, che si riscoprono piccoli, grandi tesori.

Il colore? Rosso Schioppettino, what else?

Cheers.

giovedì 6 ottobre 2011

6 ottobre 2011 - storia

Forse sembra assurdo, ma anche per una come me che vive lontano dalla frenesia tecnologica, oggi è un giorno di riflessione.
Questa mattina dopo aver accompagnato mia figlia a scuola e dopo il mio consueto caffè al bar per i piacevoli piccoli gossip di rito fra amiche, accendo il computer e mi collego a Internet. La home page è ancora quella di sempre. Apple non l'ho mai cambiata da quando circa un paio d'anni fa ho acquistato il mio primo Mac. Diverte in fondo guardarsi le ultime news da Cupertino....
Un'immagine, Steve Jobs, 1955-2011.
C'era da aspettarselo che anche alla fine questo genio visionario avrebbe usato la potenza e la semplicità della sua stessa comunicazione per dire addio al mondo!
E così trascorro un'abbondante mezz'ora a scovare notizie, lo vedo ancora giovanotto alle prese con i prototipi, leggo le sue innumerevoli frasi celebri...qui che poi solo ora diventeranno veramente celebri, come sempre accade con i grandi della storia.
Si, perchè certo i sui più accaniti seguaci sanno tutto di Apple, di Macintosh, della filosofia del "think different", ma noi profani, noi che ci siamo convertiti alla mela solo in tempi recenti come potevamo intuire tanta genialità? Noi che solo con l'avvento dell'I-pod e dell'I-pad abbiamo iniziato a gustare la multimedialità con l'acquolina in bocca.
Resta il fatto: un uomo che da molto combatteva contro il male oscuro non ce l'ha fatta, come tanti altri ahimè.
E come sempre accade in questi casi ti interroghi sul perchè il volere divino, se mai esiste, ha voluto prendere l'ennesimo uomo che nel fiore degli anni ancora tanto poteva e sicuramente voleva fare.
Forse lui con la sua filosofia del "vivi come se fosse l'ultimo giorno" e del "stay hungry, stay foolish!" aveva già scoperto l'elisir della felicità.
Io no e ancora mi interrogo su quando accadrà e sul perchè prima sia invece tutto così tragicamente ineluttabile e inaccettabile.
Anche le filosofie orientali, mi dicono i saggi, predicano l'oggi come l'unica verità. Passato e presente non esistono e tutto si fonda sull'adesso. Caspita se è vero.....!
Quando sei invischiato nelle faccende di tutti i giorni te lo dimentichi sempre. Non pensi così, piuttosto ti riesce facile il "se avessi fatto così", "se tu fossi diverso", "aspetto tempi migliori"....e un'infinita processione di scuse che ti allontanano dall'essere VERO, originalmente autentico e te stesso.
S.J. con 7 anni di cancro alle spalle la sapeva lunga sul carpe diem questo è poco ma sicuro. Cogliere l'attimo, l'essenza delle cose che sfugge a chi non ha occhi per guardare lontano, credo sia ciò che accomuna tutti coloro che nella vita si sono dovuti confrontare con se stessi o con grandi emozioni o tragedie.
Chi come me finora ha goduto di una vita in serenità, forse non si rende ancora conto che ci sei, adesso, il futuro non esiste è solo una costruzione della nostra mente e prende forma solo con le azioni che adesso decidiamo di fare.
Ok, non ci serve la morte di S.J., né di nessun altro lontano mille miglia, per capire tutto questo. Ma oggi tutti siamo un po' scioccati dalla notizia, il mondo intero si è posto le stesse domande e si è dato le dovute risposte.
Ci sono stati altri grandi della Terra, forse di grandezze più nobili della sua, motivati non dall'ambizione e dalla smania di successo, ma dalla tolleranza e dall'amore verso il prossimo. Ma chi siamo per decidere cos'è grande in senso assoluto? Grande è colui che con il suo contributo porta ad una svolta, positiva o negativa lo decidiamo noi, dopo.
E dunque grande lui e, non lo dimentico, grandi anche coloro che hanno creduto in lui e che gli hanno permesso di arrivare dov'è arrivato. Un team, un grande team che oggi piange colui che da leader ha saputo accompagnarli in cima alla piramide.

Mi sono svegliata stamattina e, ancor prima di tutto questo, ricordavo me da piccola in braccio a una grande signora d'altri tempi. Il 6 ottobre 1907 nasceva Gisella, era mia nonna. Una grande donna che ogni mattina mi preparava il tè con i biscotti e poi mi dava una mela da portare a scuola....

Due cose così lontane l'una dall'altra, ma oggi è successo questo e per due ragioni diverse mi ritrovo a pensare, solo per un po'....prima di riprendere la mia vita di tutti i giorni.

Cheers.



mercoledì 21 settembre 2011

News BaginBox.....

Tanto per non restare indietro con le notizie è di oggi la news che segue tratta dal quotidiano online Trebicchieri edito da Gambero Rosso:



Sicilia. Il vino diventa pop. (con il Bag in Box)
Il vino siciliano diventa pop. L'assessore all'agricoltura della Regione Sicilia, Elio D'Antrassi ha presentato oggi a Palermo il nuovo progetto “Vino Pop Brik e Bag” in collaborazione con l'Istituto Vite e Vino. Si tratta di una confezione di cartone per il vino con immagini artistiche e storiche siciliane rivisitate in chiave pop (vedi foto). “Una scelta mirata all'internazionalizzazione del prodotto – ha spiegato D'Antrassi – seguendo le tendenze dei mercati nordeuropei".


Ne aveva parlato il 2 agosto scorso anche Angelo Peretti nel suo Internetgourmet.it .
E ne parlano oggi anche cronachedigusto.it e winenews.it .

E dunque qualche ulteriore riflessione sorge spontanea.
Che ci sia davvero una rivoluzione in atto?
Una certa resistenza dovuta alla paura di veder rovinosamente cadere le quote di mercato tra chi il vino lo vede come una merce di qualità che non va sminuita c'è (leggi mio post precedente), ma quando tutti cavalcano la stessa onda (e prima di noi ci hanno già pensato persino i francesi e non solo il Nord Europa!)?
Forse è il caso di non andare troppo per il sottile e far "buon viso a cattivo gioco"?

In Sicilia credono di si, e ci provano, così come prima di loro hanno fatto i Veneti.
Sarannno in grado le politiche di promozione regionali friulane di fare altrettanto?

Per un BiB di classe, e tanto per non lasciare nulla al caso, proporrei una consulenza artistica  in chiave femminile......
Se è vero che alla tavola (e alla spesa in supermercato) in genere ci pensano le donne, magari invece di un anonimo brik tutto grappoli, trovare tra gli scaffali un un parallelepipedo (invece di una bottiglia)  impreziosito da lustrini e paillettes farà vendere ancora di più!!
E chissà se qualche nota griffe di moda non stia già pensando di promozionare il futuro nuovo DOC Friuli BIB con scatole maculate alla Cavalli o rosso Valentino?
Si accettano candidature!

BiB da grido: impazza in Svezia!




Cheers.

:-)

giovedì 15 settembre 2011

Lo spirito di Zia Mame

Caro, quel cialtroncello di mio nipote Patrick ha scritto un libro su di me che trovo estremamente scurrile. E soprattutto per nulla veritiero. Pensa, racconta che una volta mi sarei fatta beccare nuda in un dormitorio di Princeton. Smentisco nel modo più categorico: non era Princeton, era Yale. Dunque, sappi che farò causa a Patrick. Farò causa alla Vanguard Press. E, nel caso tu venda una sola copia del libro, farò causa anche a te. Baci baci baci, Mame



Lo spirito di Zia Mame? Eccome se ce l'ho. Apparentemente frivola, ingioiellata nelle occasioni, intimamente svogliatella, ma pronta a dedicarsi alle imprese più memorabili in nome di un'ideale, non ben identificato. Alle prese con la crescita di un ragazzino, che diventa poi uomo....(qui faccio l'en plein in realtà i miei ragazzini sono tre).
Chissà se zia Mame amava il vino, ah, si, ma certo...rigorosamente champagne. Ed ecco che anche qui scatta un altro punto in comune. Ma mentre lei sorseggia a Dom Pèrignon io mi diverto a giocare in casa, con bollicine franciacortine o, visto che son friulana, qualche ahimè poco entusiasmante ribolla spumantizzata....che, si rendiamola pur DOC FRIULI, ma non sarà mai all'altezza delle vere bollicine, quelle che ti fan inumidire le labbra appena senti il fruscio del perlage nel bicchiere e che ti danno una piccola inebriante scossetta di pura energia al primo sorso!
Chissà che cosa avrebbe detto la sofisticata zia Mame della bubble Ribolla FVG? Io una mia opinione ce l'ho.
Ad ogni modo sono combattuta: convengo con i Consorzi che giova in un momento di vacche magre tenersi stretti quei quintali/ettolitri che altrimenti prendono la via del bulk wine o delle cantine sociali.
Giova però ricordare anche che il produttore friulano si è sempre vantato della sua identità viticola, del valore del territorio e del rispetto della tradizione e dunque che ce ne facciamo dei bag in box o delle ribolline (ine, ine) spumantizzate che di tradizione hanno ben poco se non in rari casi noti?
Suvvia, si porta a casa qualche milione (migliaio replico io!) di Euro in più, direbbe Mame, si fa buon viso a cattiva sorte, continuerebbe a stuzzicarci la nostra eroina...perchè no?
E mentre titoloni sui giornali parlano della Doc Friuli come di una rinascita e degli ettari di Prosecco come di una conquista, mio Dio, mi domando, ma dove andranno a finire le produzioni di nicchia? Ce ne curiamo un po' o li lasciamo all'oblio?
Riuscirà una Doc regionale a trascinare con se gli entusiasmi anche per i vini meno commerciali, ma sicuramente più emozionali? O i nuovi produttori di vino friulani, quelli che si ingegneranno a vinificare in nome del bag in box, soppianteranno le nicchie?
Già lo so: Aunt Mame avrebbe sicuramente organizzato l'invito a cena e, cercando di carpire informazioni "segrete" agli uni e agli altri, sicuramente gli onori di casa li avrebbe fatti con una imparziale, brillante coppa di...champagne!

Cheers!

venerdì 26 agosto 2011

Proof your knowledge.....wine games estivi!!!

http://www.bbr.com/wine-knowledge/game

Ecco qui un simpaticissimo gioco sul vino per divertirti mentre il caldo torrido ti tiene bloccato in casa durante questi ultimi pomeriggi di vacanza!

Pecca un tantino di "francesitudine", ma qualcosa la conosciamo in fondo e dunque....divertiamoci!


E se vuoi giocare col vino e sedurre...
Organizza anche tu il tuo WINE DATE....5 vini, 5 sensi da stimolare, 5 argomenti su cui parlare, incontrarsi, e perchè no, anche imparare divertendoti...un uomo, una donna e una location d'effetto per risvegliare o riscoprire il piacere di stare assieme....

Da provare con Ribolla Gialla, Pinot Bianco, Sauvignon, Merlot e Schioppettino di Prepotto!!!
Io i miei li ho in cantina e tu???

Cheers!

lunedì 15 agosto 2011

Giochi di stile

Parlando di "made in Italy" non si può non ricordare il vino, la moda e...le donne.
Divertente è il gioco di riunire in un unico cappello tutti questi tre elementi per trarre degli assunti di stile.
E secondo una ricerca, condotta nel 2009 dall'università Bocconi in occasione del ventennale dell'Associazione delle Donne del Vino, questo è possibile quando si parla proprio delle tante imprenditrici del vino che quotidianamente si dividono tra piaceri e doveri, tra lavoro e famiglia, tra hobby e viaggi.
Cercando di rappresentare ironicamente e con qualche concessione di frivolezza i diversi stili di marketing seguiti dalle imprenditrici donne nel mondo del vino emergono sei figure, sei immagini di donna e di modi di esprimersi nella vita e nel lavoro.

La Donna-Valentino ama gli ambienti tranquilli, non chiassosi, non frequenta o non vorrebbe frequentare le fiere (né i supermercati), si concentra su un'accoglienza in cantina curata e professionale e ama parlare di territorio e vitigni autoctoni, così come in negozio predilige il prodotto di classe al prezzo.
Su 100 donne ci sono 17 donne del vino che rispecchiano questo stereotipo....

La Donna-Dolce&Gabbana seppur consolidando il disinteresse per le fiere, vuole entrare alla grande nel mercato. In modo a volte eccessivo o aggressivo si concentra a 360 gradi su prezzo, concorrenza, eventi, lancio nuovi prodotti, comunicazione. E chi la ferma una così? Fortuna per i maschietti (qui non ci sarebbe concorrenza) che su 100 solo 5 donne sono D&G style!!!


La Donna-Bulgari è completamente disinteressata a prezzo e grande distribuzione. Lavora nella nicchia con negozi selezionati o in cantina con prodotti di territorio. Ritiene importante l'immagine che persegue curando il cliente con sempre maggiore attenzione.
Donne-Bulgari sono il 16% delle intervistate.


Grande peso ha la Donna-Armani, cosmopolita e metropolitana nello stile, non sottovaluta nulla, è aperta a tutte le novità tra cui anche la comunicazione multimediale e integrata, la distribuzione multicanale e l'ascolto del cliente.
Ben 32 vignaiole su 100 rispondono a questo profilo, paura scampata!

La Donna-Diesel pur sentendosi in armonia anche nello stile inglese, preferisce vestire e pensare casual. Vive nella tranquillità della campagna dove segue con cura pochi elementi ritenuti importanti sui quali si concentra quali accoglienza, prodotto, territorio.
Appena il 10% risponde al tipo.


La Donna-Zara è lo scetticismo allo stato puro. Convinta che le mode e gli schemi sono passeggeri guarda da lontano i vini autoctoni, la comunicazione, gli eventi, con la consapevolezza che il consumatore sceglie l'affidabilità piuttosto che la moda.
Dulcis in fundo, è il 21% delle signore a sentirsi un po' Zara dentro.

Ma come diceva OSCAR WILDE "non bisogna mai cercare di capire una donna. Le donne sono delle immagini: gli uomini sono dei problemi. Se vuoi sapere che cosa una donna veramente intenda (il che comunque è sempre pericoloso) guardala, non ascoltarla." 

Ed è certo che vale per Le Donne del Vino, ma anche per le semplici appassionate: tutte parliamo con gli occhi e trasmettiamo emozioni senza bisogno di tecnicismi o grandi ragionamenti. Forse la differenza è proprio questa ed è così che anche il vino diventa esperienza, emozione, interpretazione, accoglienza.
Tu che Donna del Vino sei?

Cheers!

domenica 14 agosto 2011

Organizzando il tuo wine party...

Non serve dirlo che quando si deve organizzare un evento, grande o piccolo che sia ci si imbatte nei numeri: a che ora, quante persone, quanti piatti, quante sedie e tavoli, quanto....vino?
Ovviamente il vino è una componente chiave di qualsiasi evento che si rispetti. Dal compleanno, al rinfresco post laurea, dal matrimonio all'incontro di lavoro, dalla cena di gala alla pastasciutta con gli amici, sempre immancabile è (o dovrebbe essere) un buon calice di vino. Che sia bianco, rosso, rosé o bollicina poco importa, purché ci sia.
shopping list
Ma quanto? Tendiamo sempre e doverosamente a farci questa domanda e quindi...beh, facciamo due calcoli. Un calice vale circa 70 ml....diciamo 3 calici a persona in tutto per restare nella media, non proprio entro i limiti? Bene allora sono 210 ml a testa. Persone al party? Facciamo 15? Ok, dunque arriviamo a 3,15 l di vino che tradotto in bottiglie significa almeno 5 bottiglie. Cercando di fare bella figura quindi dovremmo mettere in conto l'acquisto di non meno di 6 bottiglie (1 per eventuale problema di tappo)... 
Ma....non vorremo mica dar da bere 3 calici dello stesso vino? Si parte dalle bollicine per poi passare al bianco fermo, un rosso (immancabile anche nelle sere d'estate) e un passito fresco in chiusura. Sempre supponendo che i nostri ospiti di fermino a 3 calici....
Puff, la questione si complica. Per 15 persone a cena dobbiamo rifornire la nostra cantina di almeno 24 bottiglie. Non male come spesuccia per iniziare. E se poi ci si mettono di mezzo le ostriche o il tartufo...beh il nostro party ce lo siamo sudato davvero!
La formula matematica? Eccola:
{[70x(calici procapite)x(numero ospiti)]:1000+1}x(tipologie vino)
Cheers!

giovedì 11 agosto 2011

La prima stella cadente...non si scorda mai!

stelline!!!
Sorrido pensando a quante volte, nel corso dei miei primi 41 anni, ho alzato gli occhi al cielo in cerca delle stelle cadenti ad agosto. Forse sono solo una romantica, ma se è vero che sono nati persino gli eventi enoturistici forse forse, gli astri cadenti riscuotono ancora fortuna.
Il Friuli è costellato di eventi "vino-astrologici". Ti ritrovi i Calici di Stelle tra Grado (10 agosto), Majano (12 agosto), Rosazzo (12 agosto), Corno di Rosazzo (10 agosto). Ma ci sono anche molte cantine che in proprio organizzano serate che hanno un tema astral-vinoso, come ha fatto ad esempio Parovel il 7 agosto. Ricordo un paio d'anni fa quando organizzai la "serata stellare" nella mia cantina. Tra sorsi e astri anche a colpi di telescopio, l'esperienza fu molto piacevole....ritrovarsi ad esprimere desideri riporta all'infanzia e ad un'insolita pace interiore.
Io comunque stasera siederò con il naso all'insù a cercare stelline assieme ai miei bambini, gustandomi una pasta al pesto (da basilico rigorosamente coltivato da moi!) e sorseggiando un calice di Sauvignon 2008.
Mi piacciono gli abbinamenti difficili. Il basilico e le stelle già sono un connubio insolito, col Sauvignon e i miei tre "mostriciattoli"...chissà....!

sabato 30 luglio 2011

The reason wine...

Tra i tanti motivi per cui in questi anni si  parla di bere responsabile e di consumo consapevole dell'alcool c'è naturalmente la volontà di aiutare le nuove generazioni a vivere una vita piena, moderata e rispettando se stessi e chi ci circonda. I troppi problemi connessi all'uso e abuso di alcool ormai li vediamo ogni giorno per strada, nei quotidiani, negli ospedali....
A tentare di arginare il problema, oltre all'impegno di alcuni organismi locali che operano nel campo del vino, fra cui per esempio lo stesso Consorzio di Tutela Colli Orientali del Friuli che ha realizzato una campagna promozionale denominata "Stop Binge drinking", ci sono naturalmente intere nazioni che si impegnano su questo fronte. In Italia è attivo un importante Progetto denominato "Vino e Giovani" realizzato dal Ministero delle Politiche Agricole in collaborazione con Università e Regioni.

E' da molto ormai che il mondo del vino si occupa di "formare" il gusto e la mente del consumatore. La bellezza del progetto del Ministero italiano è forse il tassello mancante, ovvero la possibilità di essere capillare ed efficace in una comunicazione su larga scala destinata ai giovani.
L'ultimo progetto messo in piedi da Vino e Giovani è il concorso "Reason Wine: idee per bere con gusto". Dal 31 maggio all'11 luglio sono pervenuti ben 80 tra filmati e cortometraggi di svariata provenienza. Tutti emozionanti, diversi e controversi alcuni, semplici ma seri altri.
Forse poco seguiti se, come indicato dal sito, i video sono stati visti circa 20.000 volte nonostante la fase finale del concorso prevedesse la votazione del pubblico. Ad ogni modo vincitore assoluto del concorso è il corto romantico e curioso di Michele Socci "1979"


Alle signore è dedicato invece "Adamant" di Giacomo Mantovani che ha conquistato il massimo dei voti del pubblico....struggente confessione d'amore modern style e dolci sentimenti di un latin lover davvero niente male.  :-) Guardare con estrema invidia!!


Ultimo tra le scelte del pubblico (forse per una recitazione un po' stentata, ma non lo butterei via sinceramente) "Wine is a state of mind", un corto, misto "sideways" e "what women want" (vi ricordate la descrizione dello spot Nike fatto da Helen Hunt? ) con una frase finale che ricorda volutamente un ironico Peter Sellers in "Being there".....life is a state of mind.

Emozionatevi consapevolmente anche voi degustando un ottima Ribolla Gialla o un elegante Schioppettino guardandoVi i video più belli in concorso su You Tube! Io l'ho fatto (con i miei 40 anni suonati e molte bevute tutte responsabili)!

giovedì 28 luglio 2011

C'è osè, osè e (r)osè....

Tra le mille curiosità...osè si scopre che....
Osè è un lingerie parfum che, come si legge dal sito (www.ilprofumoshop.com) "si rivela carezzevole come una nuvola di avvolgente sensualità e lascia sul tessuto e sulla pelle un profumo indelebile come un ricordo". Dalle note di fresia bianca, tuberosa del Messico, romantico mughetto e pesca bianca. 


Ma Osè sono anche, non uno ma addirittura due spumanti italiani...
C'è il freschissimo Osè Brut delle Tenute Tomasella (tra Friuli e Veneto), un vino spumante rosato vinificato a bassa temperatura da uve Refosco e Verduzzo, dal delicato e intenso bouquet di rosa canina, melograno, pesca e note muschiate. Particolare interpretazione dello spumante rosato in versione demi-sec.
E c'è anche il Rosè Osè Dora Sarchese (Abruzzo), un metodo classico da Montepulciano d'Abruzzo con suadenti note di ciliegia e fragola per abbinamenti di pesce e formaggi freschi.

domenica 24 luglio 2011

Agriturismo Breg...tra le colline slovene!


Se alle volte ti capita di non aver voglia di pensare alla cena....

Si, a me capita spesso e così gironzolo tra le colline vicine a casa alla scoperta di quei piccoli luoghi, quegli angolini nascosti e suggestivi dove spesso hai anche la fortuna di mangiare divinamente. E' quello che mi è successo ieri sera, quando con la famiglia sono salita in macchina alla volta di una pizzeria in centro. Ma potevamo cercare di meglio - ci siam detti - e quindi ecco l'idea di sconfinare in Slovenia, alla volta di Breg. La pizzeria in centro è circa 5 Km più distante, mentre l'agriturismo ha quel nonsochè di esotico anche se praticamente è a due passi da casa. Una piccolo valico, qualche tornante ed eccoci arrivati.
Forse abbiamo sbagliato posto - ci siam detti.
In effetti l'ingresso è un po' nascosto, sembra più di arrivare dentro il cortile di una fattoria con tanto di cane assonnato, ma anche questo dettaglio ha un suo fascino e ci è piaciuto, ci siamo fermati, ci siamo guardati intorno ed ecco l'insegna e poi le scale. Entriamo attirati dal profumo di arrosto al forno e ci ritroviamo in una sala dove la padrona di casa, nonchè chef, ci accoglie e ci ospita in veranda.
Meraviglia delle meraviglie scorgo uno degli scorci più suggestivi della bellissima piana di Albana, e poi ancora il Castello, che da questo lato del mondo si può ammirare in tutta la sua maestosa bellezza e le piccole chiesette che fanno capolino tra i boschi...insomma un paesaggio incantevole.
Siamo due adulti e 4 ragazzini assetati e affamati, quindi
veranda esterna
ottima l'idea a menù di una ristoratrice e fresca limonata aromatizzata al succo di sambuco. E anche noi adulti optiamo per la limonata fresca (ogni tanto lo stacco analcolico è d'obbligo)! Quattro caraffe non son bastate! Poi i piatti: delicatissimi ravioli alla mela e kren con colata di burro fuso e ricotta fumè e gnocchi ripieni (stile cialzons) alle erbe aromatiche. La palacinca non ce la siamo fatta sfuggire, ottima con una deliziosa marmellata di ciliegie, tipiche in questa zona della Slovenia. Un'esperienza da ripetere, una scelta che consiglio per una sera d'estate in compagnia del tuo lui e di un calice di vino della Brda che qui naturalmente non manca (anche se noi solo per stavolta ce lo siamo fatto sfuggire!!)
Per info www.turizembreg.com

domenica 17 luglio 2011

Piccole pillole di moda!

Nelle calde e torride giornate estive è d'obbligo la praticità e la freschezza...e allora perchè non scivolare dentro una blusa o un comodo abito estivo dallo stile Azteco e dall'aria vagamente bohemienne? E' così che si accende lo charme...e se ci aggiungiamo le trendissime wedges, comoda alternativa al tacco 12, poco pratico quando ti capita di camminare in città, ma altrettanto sexy, ecco realizzato il perfetto abbinamento che unisce alla praticità un tocco di classe!

Passeggiando in città scorgo da lontano un piccolo locale, un bar che casualmente ha l'insegna con i colori del mio vestito....beh, fermiamoci per un drink - mi dico, e mi ritrovo a deliziarmi il palato gustando una splendida bevanda a base di succo d'ananas e sorpresa sorpresa, davvero poco alcolica e divinamente mixata!
Gli ingredienti? Ananas maturo, zucchero, Pinot Grigio friulano, un goccio di maraschino e bollicine Franciacorta......si dice il peccato ma non.....!
Cheers!

domenica 3 luglio 2011

Tips from my investigation activity on the net

Mi capita di navigare nottambula per il web alla ricerca di piccoli souvenir da raccogliere. Alcune volte mi imbatto in lunghi articoli, altre volte in piccoli gadget, magari inutili, ma sicuramente chiccosi. E allora - mi dico - perchè non raccoglierli assieme quasi a volerne fare un libro di consultazione utile forse più per sorridere che per essere d'aiuto, ma anche il sorriso aiuta, mi dicono!

Tea humidifier....tant bièn!



Ebbene per chi si ritrova immobilizzato davanti al pc anche nella calda e torrida estate, perchè non dissetarsi con un calice fresco di ottima Ribolla Gialla e rinfrescare le idee con un piacevolissimo umidificatore con tanto di attacco usb?


Un'altra divertente idea per le gadget addicted come me! Sempre a portata di mano e di computer i Sushi memo block per prendere appunti e trarre spunti o semplicemente per annotare il nome del produttore di quel magnifico Sancerrre del 99 che hai bevuto l'altra sera con gli amici gustandoti maki e nigiri!!


Per le serate peperine e un po' piccanti invece, puoi farti coccolare indossando un costume dolce, letteralmente! Lo zucchero del mais è infatti l'ingrediente principale di una serie di costumi da mare che oltre ad essere ecologici diventano un utile strumento per condire bene una serata romantica accompagnata da ostriche, champagne millesimato e le note di James Blunt in sottofondo!!



E per finire un regalino piuttosto imbarazzante! Gosh...la bottiglia vestita sarà anche fashion (anche se non ci credo!), ma io preferisco sempre una semplicissima scatola o una shopper per il mio casual-Pinot Gris.
Da piccole vestivamo le Barbie....forse ci è rimasto il vizio?


Cheers!

martedì 10 maggio 2011

Sex and wine atto secondo. Humor e fantasia tra i padiglioni di Vinitaly

Si è da poco concluso il consueto appuntamento annuale con la fiera del vino più importante d’Italia, quella delle lunghe file al parcheggio, quella del padiglione più colorato e degli stand più glamour, quella del testimonial più richiesto, quella che ogni anno ti dici “non ci torno più”, ma che invece non perdi mai. Vinitaly. Anno 45.
Vi chiederete e cosa centra questo col titolo?
Beh, provate voi a starvene ore e ore allo stand, tra incontri e degustazioni, tra appassionati e curiosi, tra un Sauvignon e un Picolit.
Il tempo libero è un bene prezioso là dentro. C’è chi lo trascorre con una o più pause caffè e brioches, o coca e tramezzino, chi chiacchiera col vicino annoiato, chi si improvvisa letterato e si cimenta a scrivere poemi su fogli di carta, chi prende appunti, chi posta su Facebook e chi inesorabilmente fa correre la fantasia.
Si, perché a Vinitaly il tempo non passa per tutti allo stesso modo e mentre i visitatori corrono, ansiosi di assaggiare l’ultima annata di Merlot o di Tempranillo, noi produttrici di vino ce ne stiamo rinchiuse tutto il tempo tra muri di cartongesso e faretti alogeni imbizzarriti, alle prese, di solito, con import-export men, sales manager men, marketing men, chef men.
Il genere “men” sembra molto gettonato anche a Vinitaly: in generale fa pendant con “business” e noi donne siamo tutte circondate da giacche grigie, blu e nere con cravatte a righe, pois e perfino lustrini. Mai che si possa incontrare una diva di Hollywood con cui scambiare gossip sulle ultime tendenze del lifting o una parrucchiera che ti dia una rinfrescatina alla messa in piega piuttosto eccentrica che ti ritrovi dopo i primi tre giorni.
E in tutto questo aspettare invaso da figure maschili che cosa mai ti può succedere?
Al massimo ti capita di gironzolare fantasticando di incontrare tra i padiglioni qualche tipo sospetto. Per esempio sicuramente il tipo dell’uomo-Merlot.

da Fuocolento maggio 2011

giovedì 10 marzo 2011

Chi sono...

Il libro che sto leggendo: mangia Prega, ama di Elizabeth Gilbert
il vino che amo: Pinot blanc e Schioppettino
il giorno della settimana più brutto: lunedì
il regalo più gradito: l’abbraccio dei miei figli
la cosa che odio di più: l’arroganza di chi pretende di saperne di più
cosa vorrei fare da grande: la scrittrice
cosa mi piace mangiare: i dolci
cosa non potrei mai mangiare: le cervella, le interiora, i serpenti, le rane
il colore che amo di più: si può dire il nero?
e quello che proprio non mi piace per niente: ocra

La festa che non vorrei mai perdermi: quella del mio compleanno
l’ultimo matrimonio a cui ho partecipato: William & Kate in tv!
la canzone preferita: adesso set fire to the rain
cantante preferito: Mario Biondi
stile musicale preferito: pop e jazz

Ultimo vestito acquistato: non ricordo, forse una camicia bianca
le scarpe che amo di più: zeppa e tacco 12 grosso
la gonna che amo di più: i pantaloni
la mia borsa preferita: noname

L’ultima volta dal parrucchiere: 1 mese fa

I km percorsi passeggiando nell’ultimo mese: troppo pochi
i Kg che vorrei perdere ma non lo farò per ora: 10

L’ultima cosa che ho scritto: questa, adesso

Il mio sogno ricorrente: l’africa
Il mio incubo ricorrente: il vuoto

Vorrei……imparare a guidare la moto e fare un viaggio da sola
Non vorrei……partire senza nessuno che mi chiede di tornare presto

La felicità è: essere in pace con se stessi
L’infelicità è: sentirsi stupidi nel credere quanto sopra

Una casa vuol dire………famiglia

Una parola pronunciata per rabbia: ti odio
A chi l’ho detta: almeno a 2 persone
Il rimpianto più grande: una non se lo merita

Il mio sogno nel cassetto: fare un lavoro mio mettendo a frutto le mie doti

La mia paura più grande: non essere sicura di niente

Che fatica!....Comunque più o meno questa sono io.

Prosit!


martedì 8 marzo 2011

Sex and wine. Considerazioni semi-serie per godersela in tempi di crisi

Parliamoci chiaro. Viviamo in un’epoca in cui dilaga la moda e dove non passa un mese che esce già un modello nuovo di computer, un capo di tendenza, una nuova rivista ad aggiornarci su quello che è “in” e quello che è “out”. E ahimè in questa corsa all’eccellenza e all’eccesso purtroppo anche per il vino l’essere “alla moda” diventa l’unica arma contro un mercato troppo competitivo. Nascono quindi nuovi vini da un anno all’altro, orientati dall’estro esasperato del consumatore medio, come se la materia prima (che è sempre quella) potesse assumere varie forme a seconda dei gusti o dell’involucro. E nascono gadgets, nascono artifici e tutto per conquistarsi piccole nicchie di mercato, sempre-più-piccole. Mi viene da pensare alle tante bevande prodotte dalle multinazionali che, a seconda del Paese in cui sono vendute, nascondono il loro sapore originale dietro fragranze di ciliegia, mirtillo, pepe, spezie e chi più ne ha più ne metta.

Ma perché non rallentiamo tutti questo affanno? Riflettiamoci un po’: non è forse vero che la cosa migliore che possa capitarci nella vita è quella di essere felici? E non è forse vero che per essere felici dobbiamo in qualche modo essere in pace con noi stessi?
Ebbene, se questo è vero perché non dare ad ogni cosa il suo reale valore? Perché non riscoprire la semplicità delle cose, senza per forza doverci girare attorno?

Perché per esempio non cercare nel vino quello per cui è nato? Ce lo vengono a dire medici, scienziati e moltissime ricerche in ogni parte del mondo, ma noi no, siamo ancora lì a cercare di rovinare tutto. Il vino in fondo è una bevanda. E’ sano, è salubre. E’, dicono, nato nell’Olimpo per dar piacere agli Dei e ai mortali proprio per la sua naturale capacità di rendere felici!

In realtà è tutto molto semplice: il vino rende allegri, apre le menti e favorisce la verità. E non è altrettanto una novità che l’alcol in qualche misura sia pure stimolante.
Quindi ricordiamocelo alla prossima serata a due: il vino è una meravigliosa bevanda afrodisiaca.
Lo è più per le donne, questo dicono le ricerche. Pensate un po’ che bel risparmio in tempi di alcol test e viagra addiction? Maschietti salvati.
Quindi guidate serenamente e non impasticcatevi perchè a rallegrare una serata “moscia” basta la fantasia di una bella donna alle prese con un profumato calice di vino!


da Fuocolento Marzo 2011

lunedì 10 gennaio 2011

I sogni di una vita

me and my nonno!
Crescevo, da piccola, amata, felice, protetta da tutto e da tutti. Una vita normale per una bambina normale. Senza fratellini, un’amica del cuore, i genitori, una nonna e un nonno, grande, alto, generoso, dolcissimo. Crescevo anche con lui, andavamo a fare le corse in bicicletta, restavo con lui nelle giornate di sole, di pioggia e di vento, d’estate e d’inverno a giocare in cortile, a correre con il cane nell’orto, ad aiutare la nonna a pulire i fagioli per la minestra. Poi c’era il pranzo, un momento di serenità in cui arrivava papà ed io, tornata da scuola, assieme a tavola, mangiavo, la minestra, i piselli in padella che non mi piacevano e gettavo sotto il tavolo, di nascosto, ma ce n’erano tanti e non finivano mai e la nonna mi diceva “guarda che fanno bene” e poi quella bottiglia sopra la tovaglia, oddio, il vino….”che puzza” pensavo, no, lasciamolo ai grandi il vino. Sulla mia tavola non mi piaceva vedere quella bottiglia e soprattutto non ne apprezzavo il profumo che dal calice si propagava in tutta la stanza. Detestavo da morire il fatto che poi, finito di pranzare, toccava a me sparecchiare. Era un vino profumato di vita, un vino che mi sembrava da intenditori perché io non lo capivo, era ciò che i grandi bevevano a tavola, tra un piatto di minestra, la bistecca di maiale e i piselli in padella per condividere un pasto, per gioire, per sognare forse del domani.
Ma io dovevo sparecchiare la tavola e quel vino mi riportava alla realtà.
Era quasi un gioco di precisione, attenta a raccogliere prima i piatti, le posate, il pane avanzato, addirittura le briciole, la padella dei piselli, che non mi piaceva, ma era meglio che raccogliere i bicchieri e la bottiglia da rimettere nell’armadio. Quei bicchieri profumavano di vino, un profumo quasi dolce e naturale perché era bello veder tornare a casa papà, stare con lui, mangiare ogni tanto sulle sue ginocchia o su quelle del nonno, che amavo e che però voleva bere sempre un bicchiere di vino a tavola. E alla fine, con la tovaglia, i bicchieri e la bottiglia ancora sul tavolo, fingendo di aver finito, sgattaiolavo in salotto per ascoltare assieme a papà il tg, ma il nonno mi guardava e la nonna mi diceva “sicura che hai finito?” e io “si nonna, e poi dài, adesso c’è il telegiornale, fammi ascoltare”….avevo 6 anni!
Il nonno era dolce e sensibile e aveva capito benissimo il mio imbarazzo di fronte a quella tavola da sparecchiare  con la bottiglia di vino e i calici sporchi da portare nel lavandino….eppure furbo, furbo, insisteva dicendo “portami ancora un goccetto di quel buon vino”…Non ce la facevo più, lo faceva apposta…ogni volta, sempre alla stessa ora a pranzo, dopo la minestra, dopo i piselli in padella, mentre la nonna mi diceva di rimettere a posto il formaggio. Ed io, esausta, dopo l’ennesimo rifiuto andato a vuoto, un pò sconsolata, mio malgrado andavo a prendere la bottiglia dall’armadio e versavo al nonno, trattenendo il respiro, un goccio di quel buon vino.
Bizzarro che il nonno, divertito da quelle smorfie e quelle facce imbronciate, dopo che gli avevo versato il goccio di quel buon vino, sempre, sempre mi ricordava “cara, cara la mia Federica, ma tu lo sai che da grande ti sposerai con uno che il vino addirittura lo fa, non solo se lo beve come me?”

Poi ho iniziato a sognare, avevo 15 anni, romantica, allegra, i sogni di una ragazzina che voleva vivere, alla grande, facendo cose importanti. Sognavo di viaggiare per conoscere il mondo, sognavo di incontrare persone che mi insegnassero, che mi mostrassero i loro paesi, le loro città, mi vedevo sempre su un’aereo al decollo per andare lontano, lontano a capire il senso della vita.



sabato 8 gennaio 2011

anteprima di un blog!

Idee in movimento, pensieri alla rinfusa, grandi progetti, molte speranze. Nei blog ci si mette un po' di tutto. Chissà che cosa diventerà? - ti chiedi. Magari lo lasci dimenticato per mesi, poi all'improvviso ti accorgi che basta solo crederci e le idee in movimento, i pensieri alla rinfusa, quei grandi progetti sconclusionati diventano una bozza pronta per prendere forma. E' la bozza della tua vita, stai partendo per un viaggio, un post è come la prima fermata del treno che ti porterà lontano....quindi pronti?
Via.
Mi chiamo Federica Felice. Sono nata a Codroipo nel 1970, cittadina del Friuli di pianura che ho lasciato per trapiantarmi in collina a 26 anni.....il resto è nel profilo e nei prossimi post.